Il volume Qualcosa
da asciugare (Polistampa, pp. 96, € 8.00) dell’esordiente fiorentina Olivia
Scotti sarà presentato martedì 15 febbraio alle ore 17 presso la Sala Teatina
del centro «Giorgio La Pira». Oltre all’autrice saranno presenti all’incontro
Lisa Clark e Maurizio Certini.
Non è facile riassumere un libro in poche parole, ma nel caso di Qualcosa da
asciugare una frase di Kafka aiuta a coglierne l’essenza: “Di fronte alle
sofferenze del mondo tu puoi tirarti indietro. Questo è ciò che ti rende libero
e che si accorda alla tua natura. Ma proprio questo tirarti indietro è forse
l’unica sofferenza che potresti evitare”. E Olivia Scotti non si è tirata
indietro: appena ventenne ha deciso di lasciare le comodità del mondo
occidentale per viaggiare tra India e Bangladesh.
“Ho deciso
di andarmene. Di aprire la porta di casa e di trovare un altro posto dove io
possa muovermi. Iniziando con uno zaino da riempire ed un volo di tante ore che
mi faccia vedere, dall’alto e con precisione, a quanta parte di mondo mi fossi
nascosta” scrive la Scotti. E così, lontana dai percorsi turistici, l’autrice è
rimasta in quei luoghi per due anni. Dalle esperienze vissute in Asia ha poi
saputo isolare i ricordi più intensi, collegandoli uno a uno in un romanzo che
narra una doppia storia, quella di due ragazze che vivono vite apparentemente
diverse, ma che sono legate dalla stessa sottile inquietudine.
Ha scritto Stefano Tilli nella prefazione: “Queste pagine trattano di fatti, di
prospettive quotidiane ed eterne al tempo stesso, di vite rassegnate e vitali.
‘Le anime diritte sono riservate per i tormenti rettilinei’, come scriveva L.
Bloy; se aggiungete speranza e amore a questi tormenti, troverete Olivia Scotti
e questo suo libro”.
Leggere le pagine del romanzo della Scotti, a un mese e mezzo di distanza dalla tragedia
che ha colpito l’Asia il 26 dicembre scorso, significa fare un viaggio in
quella parte dell’Oriente dove la tragedia, in realtà, si compie ogni giorno.