Cento “ricette ignoranti”
Storia & storie di Toscana, 01-11-2019, Alfredo Scanzani
Aiutato da un autore di romanzi “noir”, cioè neri, cupi e misteriosi, non poteva che cucinare un testo agile, ghiotto, e soprattutto… ignorante. Parliamo dell’editore Antonio Pagliai, al suo esordio letterario a braceto con Andrea Gamannossi che, per il tipi di Carlo Zella, hanno dato alle stampe “Ricette ignoranti”, cento
pietanze toscane “gastronomicamente scorrette”, piccanti e belle pese, da fare in casa per non rischiare indigeribili commenti.
Rammentato che dietro “falsi piatti da educande” spesso si nascondono gustosissimi troiai per camionisti, i due compari di cucina aiutano il lettore a capire “le sfumature di ignoranza” conten
ute nei piatti (scandalosi, lardosi, rossi, riciclati, ignobili, indimenticabili) da loro proposti, abbinando alla scrittura delle ricette, testine di cinghiale. Esempio: maccheroni aretini sull’ocio, una testina; carcerato pistoiese, sei testine; tegamaccio pratese, tre testine. E via discorrendo, fino ai ranocchi fritti fiorentini.