Telefonate e ombre dal passato
La Repubblica, 19-01-2020, Carmela Adinolfi
Sullo schermo del cellulare sempre la stessa sequenza di numeri: «25473». Una combinazione senza prefisso, né nazionale né internazionale. Un telefono sconosciuto e troppo vecchio, di quelli che appartengono a un tempo in cui c’erano ancora le cabine telefoniche. Fuori uso da anni – ormai inesistente nella rete telefonica – per essere ancora attivo. E soprattutto funzionante. Eppure quella piccola serie di numeri «25473» continuava ad apparire sul display del cellulare di Raffaele Frescura. Un sessantenne come tanti, con una vita dignitosa, una moglie
- Loredana sposata da più di 30 anni, una famiglia numerosa e una casa di proprietà. A ogni chiamata, rumori di fondo, ovattati e indefiniti. Il fragore del traffico, voci e strilli in lontananza. Ma nessun interlocutore, dall’altro capo del telefono, disposto a svelare la sua identità. A palesarsi e spiegare le ragioni di quei continui contatti. Finché un giorno un nomignolo pronunciato per caso fa sorgere il dubbio al protagonista che si tratti di una telefonata dal passato. Ma come è possibile? ? Uno scherzo, un sogno? Sono gli enigmi che cerca di risolv
ere il protagonista de L’ultima chiave del mazzo, il romanzo (152 pagine, Mauro Pagliai Editore) scritto da Franco Ciarleglio, divulgatore di aneddoti, curiosità e leggende della storia " minore" della Toscana. Raffaele cercherà di venire a capo di questa situazione, a tratti paranormale, che lo porterà a confrontarsi con vecchie ombre della gioventù. Ma dovrà anche fare i conti con la quotidianità di marito, padre, amico. E con rivelazioni e imprevisti che renderanno ancora più difficile concentrarsi per risolvere il mistero della chiamata dal passato.