Pirandello in love
Il Giornale, 15-01-2020, Alessandro Gnocchi
Il Nobel dell’amore allo scrittore impazzito per la sua Jenny. Ecco le sorprendenti lettere inedite mandate dal giovane autore alla fidanzata di Bonn

«Jenny, mi son messo due volte a comporre / dei versi sulle vostre mani, e non ci son riuscito. / È meglio confessarlo: la mia arte non può nulla / dinanzi a un’opera così squisita della natura». «Sono a Roma, nella città eterna, nella città della mia anima (...) Questa gioia della natura, questo sole divino, il cielo, l’aria dolce, tutto mi sembra un’ironia... Era meglio il tempo del nord per l’anima mia - C’è sempre l’inverno in essa; il vento del mio desiderio non ha mai pace, mai!». «Posso nutrire col mio dolore i miei desideri malati e dolci. Ma sì! I desideri... - malati come me, e dolci come Te». Chi è quest’uomo che ha perso la testa per una donna lontana, a Bonn, in Germania? Chi è questo autore appassionato, che si dichiara ormai pazzo d’amore e ammette di non sapere neppure cosa scrive? È Luigi Pirandello, fino a qui considerato alla stregua di un sessuofobo. Beh, insomma. Non si direbbe a giudicare da Un amore primaverile. Inediti di Luigi Pirandello e Jenny (Mauro Pagliai editore, pagg. 252, euro 22) a cura di Giuseppe Faustini, docente di letteratura italiana allo Skidmore College di New York. Nel libro, accompagnate da un esauriente saggio storico-filologico, troviamo diciannove lettere inedite del premio Nobel, tradotte dal tedesco, e altri scritti che raccontano l’amore con Jenny Schulz-Lander, la giovane renana conosciuta al tempo degli studi universitari a Bonn. L’amore più felice e spensierato di Pirandello, durato lo spazio di un paio di anni (189
0-1891), in cui lo scrittore cambia strada: laureato in filologia romanza, invece di intraprendere la carriera accademica a Bonn, decide di tornare a Roma per inseguire la sua vocazione letteraria. Ma Jenny resterà in Germania.
L’inizio è un colpo di fulmine. Il 19 gennaio 1890 si festeggia il carnevale renano alla Gala-Masken- Ball del Beethoven Halle, a Bonn. Lo studente Luigi Pirandello, appena arrivato dall’Italia, decide di partecipare al ballo in maschera. Il giorno dopo scrive ai genitori: «una mascherina azzurra... che mi si attaccò al braccio e non mi lasciò per tutta la sera. A mezzanotte, ora in cui è costume tor via le maschere, fui meravigliatissimo di riconoscere nella mia diabolica incognita, una delle bellezze più luminose, che io abbia mai visto. Oggi... mi sono recato a farle visita in casa... Ella ha nome Jenny Lander, ha vent’anni ». Voilà, un minuto e Pirandello le scrive sul ventaglio, in italiano: «Possano i freschi venti / che tu bella / verso di te procuri / essere dolci baci». Ma chi si crede di essere, Gabriele d’Annunzio? Potrebbe anche darsi. Infatti l’amore di Pirandello si tinge subito di colori consapevolmente feticistici. Le mani di Jenny, ad esempio. Non ci sono solo i versi trascritti in apertura di questo articolo. C’è anche un testo datato 17 aprile 1890 dedicato per intero alle mani dell’amata. Chiusura: «La verità è questa, Jenny, che io professo alle belle mani un culto strano, e che di più belle, in vita mia, non ne ho mai vedute».
La storia finisce quasi subito. Ma l’amore? Jenny è una presenza discreta ma assidua nelle poesie di Pirandello. Può essere scontata in Pasqua di Gea
(1891) o nelle Elegie renane (1895). Ma nell’ultima raccolta, Fuori di chiave (1912),è forte il rimpianto per aver abbandonato Jenny, che nel 1892 si trasferirà negli Stati Uniti: «E vedi, Or ella piange. / Vile forse son io?». E c’è anche il ricordo delle notti d’amore: «Pian l’uscio s’apre, e un dito sulla bocca, / entra scalza Jenny... Libro latino, / di ravvivare il fuoco ora ti tocca». È la poesia Convegno, pubblicata per la prima volta nella Rivista d’Italia (ottobre 1901) e passata appunto in Fuori di chiave, a testimonianza dell’importanza che Pirandello le attribuiva.
Jenny ha lasciato le sue memorie in inglese, e naturalmente scrive di Pirandello. Lui, fin dalla prima sera, è incantato da... indovinate cosa? Le mani. Gliele bacia in continuazione. Lei è stupita. Ancora di più quando lo studente italiano, il 15 aprile 1890, si trasferisce nelle due stanze vacanti a casa Schulz-Lander. Esatto. Con un colpo magistrale, anzi: da Nobel per l’amore, Pirandello ora vive in affitto sotto lo stesso tetto di Jenny. I genitori di lei sospettano? Non si sa. In compenso Jenny spiega che la corrispondenza si interrompe quando lei decide di trasferirsi in Ohio.
Tra i testi inediti, si segnala il libretto manoscritto Gedanken (cioè Pensieri, 1890): Pirandello traduce in tedesco per Jenny le poesie di Mal Giocondo (1890) e le prime stesure di altre che saranno pubblicate in seguito. Nella dedica leggiamo: «La felicità che abbiamo sognato, che vive dei nostri desideri e di essi si nutre, è l’unica gioia della vita. Una felicità che abbiamo goduto è sempre una felicità perduta ». È già un addio, ad amore appena iniziato.