Tiziano Bonanni. Quando l’arte è testimone della grande storia
La Nazione, 18-07-2019, ––
Con il titolo IDENTITY 1,618, si apre il 28 agosto in Sala d’Arme a Palazzo Vecchio, a Firenze, la mostra dedicata all’opera pluridecennale dell’artista fiorentino Tiziano Bonanni: tema della mostra l’identità come valore portante dell’individuo in rapporto al proprio tempo e alle sue trasformazioni storiche e sociali ma anche identità come costante aurea 1,618 o “divina proporzione” che dall’uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci, nel suo 500esimo anniversario della morte, si pone come pietra d’angolo fra imprevedibile genialità umana e intelligenza artificiale, fra limiti della perfezione programmata e potere illimitato dell’ intuizione che l’uomo possiede geneticamente da sempre. La mostra sarà anche l’occasione per sostenere l’Associazione Tumori Toscana e promuovere attraverso l’arte contemporanea un messaggio sull’importanz
a del suo servizio di cure domiciliari oncologiche gratuite. A tal proposito, culminerà con una simbolica cerimonia di “finissage” in cui una delle opere esposte, dedicata a Madre Teresa e intitolata Come sassolini gettati nel mare (2017), sarà donata al dottor Giuseppe Spinelli, presidente di ATT, e messa all’asta. Il ricavato verrà totalmente devoluto a sostegno dell’associazione in occasione del suo 20esimo anniversario dalla fondazione avvenuta nel 1999. La mostra fiorentina, aperta sino al 5 settembre 2019, presenterà una selezione di circa 70 opere fra dipinti, sculture e composizioni; la mostra presenta le varie fasi creative di Bonanni a partire dagli anni Novanta e con esse anche l’evoluzione delle tecniche espressive. Una produzione artistica da sempre aderente alle tematiche sociali ed esistenziali, che di recente l’artista ha ulterio
rmente elaborato. A partire dagli anni Duemila la pittura sola non basta ad esprimere il cambiamento che ha toccato l’uomo e la società, perciò l’artista si affida all’impiego di materiali diversi stratificati tra loro per raccontare nuovi percorsi storici. È così che nasce la serie GenS (Generative Stratification Style), dove la figura appare frammista a residui, stratificazioni, appunto; forme che sembrano una proliferazione di immagini innescate dall’emozione, dalla memoria, sulla base dell’analogia, più che della logica: “un palcoscenico di ibridazioni – scrive Nicola Nuti nell’ introduzione al catalogo – su cui sfilano le figure dell’oggi, immerse in una densità drammatica.” La mostra, curata da Nicola Nuti, illustrata in catalogo (Polistampa), resterà aperta fino al 5 settembre con orario 10.00-19.00. L’ingresso è libero.