Mugello, il terremoto inedito
Corriere fiorentino, 17-07-2019, Giulio Gori
Il sisma del 29 giugno del 1919 rivive in un libro: per la prima volta i nomi di tutte le vittime

Cento anni dopo, uno dei sismi più devastanti del Novecento, tra i meno raccontati, torna nelle pagine di Adriano Gasparrini, con «Quando la terrà tremò. Il terremoto del 29 giugno 1919 in Mugello» (Edizioni Polistampa). Vicchiese, ex direttore della biblioteca comunale di Borgo San Lorenzo, l’autore racconta quel sisma di magnitudo 6.4 che proprio a Vicchio fece gran parte delle vittime, 83 sulle 94 complessive. Tutto è nato dal Fiorino d’Oro che Gasparrini ottenne nel 2017 per un suo precedente saggio: con la piccola somma vinta comprò da un libraio antiquario un fondo fotografico con molte foto inedite di quel sisma. Poi, con faticose ricerche negli archivi delle anagrafi, ha per la prima volta ricostruito i nomi dei tutti i morti. «Il bila
ncio delle vittime – scrive Gasparrini – poteva essere maggiore se la fortissima scossa si fosse verificata durante la notte o in inverno, quando gran parte della popolazione si trovava all’interno della propria abitazione». Furono subito 88 le vittime, altre 6 persone morirono in ospedale. Si va dal più giovane, il vicchiese Pietro Marinai, di appena un mese, al più anziano, don Serafino Lachi, 80 anni, di Dicomano. 210 i feriti che ricevettero dal governo un sussidio tra le 100 e le 150 lire, 3.358 le abitazioni che crollarono o subirono danni. «Furono rase al suolo intere borgate, atterrate pievi millenarie, distrutti antichi oratori, ville, palazzi, torri. L’economia agricola subì un colpo durissimo con la decimazione del bestiame, l’inagibilità delle case coloniche e delle fattorie».Il racconto parte dall’alba di quel 29 giugno 1919, qu
ando le prime scosse fecero fuggire dalle case molti mugellani. Alle 17,06, il grande terremoto: un fortissimo rombo, poi dieci secondi in cui la terrà tremò dal Tirreno all’Adriatico. Nella tragedia, non mancarono i miracolati. Il 29 giugno si celebravano i santi Pietro e Paolo e quel giorno, nel cattolicissimo Mugello, molti partecipavano alle celebrazioni. Così a Vespignano e a Padule, le chiese crollarono con i fedeli in strada per la processione del Corpus Domini. Gasparrini ritrova testimonianze, racconta la macchina dei soccorsi, pubblica le foto delle case distrutte e delle tendopoli, censisce i danni, illustra la difficile ricostruzione, inquadra la vicenda nello scenario sociale e politico dell’epoca. «Rinnovare la memoria è l’occasione per rendere tutti più consapevoli del fatto che la nostra zona presenta un forte rischio sismico».