Isadora Duncan, mostra-evento a villa Bardini
La Nazione, 13-04-2019, Letizia Cini
«Una donna che ha avuto il coraggio delle proprie idee, libera in ogni senso. Musa instabile capace di ispirare numerosi artisti, colpita da grandi fortune e immani disgrazie» (vedi la morte dei figli, ndr). Con queste parole Patrizia Veroli dipinge Isadora Duncan. La storica della danza, con Rossella Campana ed Eleonora Barbara Nomellini, ha fornito un importante contributo alla realizzazione della prima mostra italiana dedicata a una figura quasi mitologica, una rassegna curata da Maria Flora Giubilei e Carlo Sisi, e promossa da Fondazione CR Firenze e da Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, con il patrocinio del Comune. A passi di danza. Isadora Duncan e le arti figurative in Italia tra Ottocento e avanguardia – questo il titolo dell’esposizione in programma da oggi al 22 settembre (info www.villabardini.it) – è suddivisa fra la meravigliosa cornice di Villa Bardini che ospita 175 pezzi in 14 sale, e una speciale sezione dedi
cata alle grandi statue e dipinti, allestita nell’omonimo museo sulle rive dell’Arno: dipinti, sculture e documenti, fra i quali molte fotografie inedite, per ripercorrere il legame della fondatrice della danza moderna con l’Italia e l’influenza che la sua concezione rivoluzionaria ebbe nel contesto internazionale.
A Firenze Isadora Duncan, pioniera delle “danze libere” in radicale rottura con i rigidi schemi della danza accademica, a favore della totale espressività dei movimenti e dell’interpretazione emotiva, si esibì per tre volte (il 25, 27 e 28 ottobre 1902), sul palco del Circolo degli Artisti. «Mai era stato proposto un focus così analitico sulla presenza della “danzatrice scalza” in Toscana e nel nostro Paese – interviene Carlo Sisi – . Con grande orgoglio posso dire che questa rassegna, dal respiro sicuramente internazionale, vanta prestiti straordinari». Fra questi, arrivato pochi giorni prima dell’inizio
della mostra e finito di rigore sulla copertina del catalogo edito per i tipi di Polistampa, il grande ritratto Gioia realizzato da Plinio Nomellini nel 1914 dopo aver visto Isadora, arrivata su invito della Duse, danzare sulla spiaggia di Viareggio.
L’opera è stata eccezionalmente concessa in prestito da Silvio Berlusconi: l’ex premier è infatti il proprietario della metà di destra, mentre la parte sinistra del dipinto (diviso in due parti) appartiene agli eredi del maestro toscano. Gioia tirrena (così fu intitolato in quell’occasione) venne esposto intero solo nel 1966 per il centenario della nascita di Nomellini, al Museo Fattori di Livorno e a Palazzo Strozzi a Firenze. Ricomposto nel 1989, in occasione della mostra Nomellini - La Versilia al Palazzo Mediceo di Seravezza, il grande olio si tela venne poi veduto da Carla Fracci e Beppe Menegatti che ne usarono la riproduzione nello spettacolo su Eleonora Duse e Isadora Duncan.