Sei disperato? Pesca nel Vangelo
Tuttolibri de «La Stampa», 13-04-2019, Enzo Bianchi
Non lasciamoci rubare la speranza: adotta come titolo un pressante invito di papa Francesco la nuova opera di Giulio Cirignano. E al magistero di Francesco, all’esortazione apostolica Evangelii gaudium, l’autore fa costantemente riferimento per delineare alcune piste per la presenza dei cristiani nella società contemporanea. Percorrere le pagine è scoprire la fatica e al contempo la potenzialità innovatrice insita nel fare ricorso al «linguaggio antico e sempre nuovo del Vangelo quale risorsa inesausta di speranza». Una speranza che, animata e custodita nel cuore dei credenti, diventa speranza per tutti, offerta di senso per una qualità umana della vita e dell’abitare la storia.
La riflessione di Cirignano è agile e incalzante: i problemi della società e della chiesa italiana sono delineati e alcune chiavi per affrontarli sono esposte nella loro essenzialità. A una lettura veloce alcune proposte potrebbero sembr
are ingenue, in realtà hanno la nitidezza della semplicità evangelica e di questa hanno anche la luminosità e fragilità. Infatti, porre «il gaudio evangelico al centro della vita cristiana» significa creare un «clima» che, a partire da piccole realizzazioni, finisce per permeare l’esistenza dei credenti e renderli capaci di una parola credibile per i loro fratelli in umanità.
Il capitolo dedicato ai giovani appare emblematico dell’approccio dell’autore. «Parlare ai giovani», sempre meno presenti nella chiesa, è compito della comunità cristiana, non solo della famiglia o di operatori specializzati, ma proprio questa assunzione collettiva di responsabilità nella trasmissione del vissuto di fede alle nuove generazioni diventa fattore di edificazione di tutta la compagine ecclesiale. Così le parole chiave scelte per «offrire l’orientamento e la spinta giusta» per nutrire le nuove generazioni si rivelano de
cisive per ogni credente e per ogni persona: dare un «senso» e uno «scopo» alla propria ricerca; affrontare con «razionalità» le sfide che attendono la società per «vedere la realtà così com’è » e agire di conseguenza; orientarsi verso la «proesistenza », la «vita vissuta a vantaggio di chi ci sta attorno»; riscoprire e salvaguardare «l’interiorità» per «la costruzione di un nuovo umanesimo» adottando anche «i percorsi della poesia», della gratuità che dà profumo alla vita… Sono elementi che innervano la dimensione umana e spirituale di ogni persona, di aiutare in profondità giovani e non giovani a «ritrovare l’utilità di se stessi». Una comunità cristiana viva e in grado di «seminare pace» attorno a sé: a questo appello finale chiamano i «cinque squilli di tromba» con cui l’autore chiude il suo libro e invita il lettore ad aprire una pagina nuova nel concreto dell’esistenza.