Nuovo bestiario fiorentino
Corriere fiorentino, 07-02-2019, Mauro Bonciani
Libri. Dall’agnello alla vipera passando per leoni, unicorni, scimmie, api, pesci e cammelli. Nel volume di Luciano e Ricciardo Artusi viaggio tra gli animali reali o fantastici della città

Tutti conoscono l’Aquila o il Drago di Siena, simbolo di due delle contrade, ma pochi sanno che Aquila a Drago sono stati importanti anche per Fiorenza. E forse per questo Luciano e Ricciardo Artusi hanno scelto l’inconsueto filo conduttore degli animali per raccontare Firenze, «aneddoti, storia, cronaca, ricordi, miti e leggende». Piccole-grandi storie che uniscono amore per la città e conoscenza profonda di ogni singola pietra e angolo. Così il libro dei due Artusi Gli animali nella storia di Firenze (Sarnus), andando in ordine alfabetico dall’agnello alla vipera racconta pezzi dell’infinito mosaico lungo due millenni della città, con garbo e l’aiuto di molte illustrazioni oltre che di conoscenza approfondita e curiosa. Nelle quasi trecento pagine si trova tutto dei leoni che adornano la base della fontana e che prima facevano parte del basamento di un’altra fontana commissionata al Giambologna da Francesco I a metà Cinquecento. Restando in tema, una scimmia molto più «moderna», datata metà del Novecento si trova sopra la fontanella di piazza Tanucci, mentre una scimmietta sorveglia il porton
e del Casino mediceo di San Marco, in via Cavour, realizzato per Francesco I che si dilettava in alchimia e forse la scimmietta rappresenta la curiosità. E ancora, il drago era verde in campo rosso, raffigurato su uno dei Gonfaloni in cui era diviso il quartiere di Santo Spirito e che comprendeva via dei Serragli, via del Campuccio, piazza Frescobaldi e il Torrino di Santa Rosa; ma era anche il drago e basta, emblema della vigilanza militare, scelto da un Gonfalone del quartiere di San Giovanni, all’ombra della cattedrale. Scorrendo le pagine a fianco al celebre Porcellino, un cinghiale in realtà, che porta fortuna a chi gli struscia il naso, c’è la leggenda dello scorpione che punse lo scettico Anselmo; c’è Lupo, il famoso artigliere che durante l’assedio di Firenze bombardava con il suo tiro precisissimo dal campanile di San Miniato le truppe imperiali, e poi si incontrano le api del monumento equestre di Ferdinando I de’ Medici in piazza Santissima Annunziata con il tradizionale indovinello su quante siano, 91, 99, 100... (provate a contarle, è difficilissimo). Tra gli animali di Firenze c’è anche la mula, che si è meritata un suo monumento nel grande cortile dell’Ammannati a Palazzo Pitti in ricordo della mula condotta da un certo Antonio di Pasquino da Lastrico di Pozzolatico, carrettaio
, che per venti anni portò pietre e marmi per costruire il palazzo e che morì sul «posto di lavoro» ed era così buona ed apprezzata che nel 1575 fu ricordata appunto con il bassorilievo nel cortile. Ci sono i mitici unicorni (uno dei Gonfaloni del quartiere di Santa Maria Novella) e il grifone (emblema che campeggiava nello stemma dei Martelli), la meravigliosa chimera etrusca ritrovata nelle campagne aretine ed esposta al museo archeologico di Firenze, gli umili piccioni, ranocchi e pesci, come quelli che hanno dato nome alla elegante loggia che oggi si trova in piazza dei Ciompi e che era al mercato vecchio, il grillo e la mitica festa alle Cascine in suo nome, fino alla vipera, anch’essa insegna di un Gonfalone, e alla vespa dei Vespucci e di Amerigo che dette il nome al nuovo continente. E per i più nostalgici tra i fiorentini del secolo scorso c’è anche la foto di Canapone, il mitico cammello dello Zoo delle Cascine che rimase travolto dall’alluvione del 1966 e morì. Insomma, il libro è un viaggio attraverso luoghi noti e meno noti della città; e come scrive il sindaco Dario Nardella nella prefazione, «scoprire e descrivere Firenze è un’avventura praticamente senza fine, nello spazio e nel tempo, e per chi vuole viverla come un’esperienza, questo volume è una premessa impareggiabile ».