Lungara 29
Nuova Antologia, 01-07-2018, ––
Ventisette lettere, scritte un giorno sì e un giorno no, dal 23 settembre al 27 novembre 1954. Il mittente è Leone Piccioni, il destinatario suo fratello Piero, recluso nel carcere romano di Regina Coeli, accusato dell’omicidio di Wilma Montesi. In realtà, come fu poi dimostrato, l’unica sua colpa, oltre a quella di essere un musicista che amava il jazz, fu di essere il figlio di Attilio Piccioni, tra gli ultimi rappresentanti del Partito Popolare, padre fondatore della Repubblica italiana oltreché della Democrazia Cristiana. Il carteggio, pur filtrato dalla censura carceraria, aggiunge un nuovo tassello nell’intricato mosaico dei fatti relativi al «caso Montesi», uno scandalo che travolse la politica it
aliana negli anni Cinquanta e che lascia ferite aperte ancora oggi. Curato dalla nipote Gloria, figlia del fratello di Piero, Leone, noto critico letterario e collaboratore di «Nuova Antologia», questo libro contribuisce quindi alla ricerca della verità rispetto a una delle pagine più oscure della storia del dopoguerra. Come scrive Stefano Folli nella prefazione, «Il caso Montesi rimanda l’immagine di un Paese insieme conformista e opportunista, con una classe dirigente non troppo coraggiosa nei suoi comportamenti e un giornalismo che nel complesso, salvo qualche eccezione, si accontenta di fare da cassa di risonanza delle mezze verità lasciate filtrare con sapiente malizia dalle fonti ufficiali o ufficiose.
Con il senno di poi, si può dire che nel caso Montesi si ritrovano tutti i vizi di un rapporto ambiguo, spesso in penombra, fra informazione, potere politico e, in qualche caso, autorità giudiziaria. È un groviglio che accompagnerà la storia d’Italia per molti anni, soprattutto nei passaggi storici, cioè nei momenti di svolta. Quell’aprile del ’53 era precisamente uno di quei momenti, anche se non tutti erano in grado di rendersene conto. Una famiglia politicamente molto in vista, quella di Attilio Piccioni, viene data in pasto all’opinione pubblica e l’operazione serve ad agevolare il ricambio al vertice del partito egemone, contribuendo ad aprire la via a una diversa stagione della vita pubblica».