Nel Medioevo da Masterchef la filiera corta era un obbligo
La Repubblica, 02-12-2018, Maria Cristina Carratù
«Per fare macaroni romaneschi, piglia della farina che sia bella, e distemperala e fa la pasta un pochino più grossa che quella delle lasagne, e avoltala atorno a uno bastone...». L’accurata istruzione è di un antenato dei nostri Chef Rubio e Carlo Cracco, Mastro Martino da Como, autore del Libro de arte coquinaria, uno dei (pochi) preziosi manuali medievali di cucina arrivati fino a noi, scritto a mano s
u pergamena e dedicato come tutti gli altri (visto che quasi solo re e nobili, all’epoca, disponevano di materie prime da cucinare), a un committente di alto rango (in questo caso il patriarca di Aquileia). A gettare uno sguardo su queste vere miniere di informazioni, non solo gastronomiche, ma anche storiche, economiche, sociali, di storia del costume, è ora Mangiare nel Medioevo. Alimentazione e cultura ga
stronomica nell’età di mezzo, di Maria Concetta Salemi, studiosa di cultura del cibo (edizioni Sarnus). Piccolo compendio di cucina dei secoli bui (con tanto di ricette originali) grazie al quale si scoprirà cosa volesse dire saziare la fame, ma anche solleticare il palati più raffinati, in un’epoca in cui non c’erano supermercati, e la ‘filiera corta’ era un obbligo e non un lusso da ecologisti.