La cucina del Medioevo
Toscana Oggi, 18-11-2018, ––
“Prendi otto uova e mezza libbra di cacio grattugiato, e un pane grattugiato, e mescola ogni cosa insieme. Quindi prendi una pignatta con brodo di carne giallo zafferano e mettila sul fuoco; e appena comincia a bollire getta dentro quella materia, e gira una volta col cucchiaio…”. Così Mastro Martino da Como inizia la sua ricetta degli “zanzarelli” nel Libro de arte coquinaria, famoso compendio gast
ronomico del Quattrocento. Ma per scoprire le radici delle nostre abitudini alimentari non occorre sfogliare antichi tomi: basta leggere il saggio di Maria Salemi Cardini Mangiare nel Medioevo (Sarnus). L’autrice, studiosa di cultura del cibo, ci trasporta in un’epoca in cui non esistevano supermercati, le pietanze erano legate alla stagionalità e la disponibilità di cibo era incerta a causa delle grandi
calamità che si succedevano nei secoli. Sfogliare le pagine del libro, arricchito da una preziosa sezione iconografica che riproduce miniature e manufatti antichi, è un po’ come viaggiare per taverne e osterie, visitare le tavole imbandite della nobiltà o i deschi più frugali delle classi subalterne, scoprendo odori e sapori, tradizioni e usi che in molti casi sono sopravvissuti allo scorrere del tempo.