L’architetto e la guerra, in mezzo ai fiorentini
Corriere fiorentino, 08-07-2018, Luca Scarlini
«In casa le donne febbrilmente gettano nelle casse, nelle ceste, nei bauli, biancheria, abiti, coperte, scarpe, libri, piatti; tutto quanto capita sotto mano, pur di far presto, di prender tutto quello che può essere più necessario, tutto quel che ha più valore. Noi gli uomini, sudati, affannati, su e giù per le scale, con carichi sulle spalle che non abbiamo l’abitudine di portare; e l’inesperienza e la mancanza di allenamento a questo lavoro massacrante ci fann
o durare il doppio di fatica». Nello Baroni, architetto del Gruppo Toscano, ricordato per il Cinema Rex, ha lasciato un breve ma intensissimo Diario dei cinquemila, cronaca convulsa del luglio e agosto 1944, quando i tedeschi in ritirata minarono i ponti, nelle carte conservate all’Archivio di Stato, di cui hanno curato l’edizione Gianluca Belli e Amedeo Belluzzi in Una notte d’estate del 1944. Le rovine della guerra e la ricostruzione di Firenze, Polistampa. Con It
alo Gamberini e le famiglie, chiedono di essere ospitati all’università e approdano poi a Palazzo Pitti, dove all’inizio vengono accolti amici e artisti e poi tutto il popolo che preme, con il soprintendente Venè, che «esorta tutti alla massima disciplina, alla pulizia, all’organizzazione». Gli architetti vigilano sull’organizzazione, ma scarseggia il cibo e l’igiene è un gran problema. Infine c’è il tremendo schianto e la città è invasa di fumo.