I nuovi racconti di Laura Del Lama. Quando gli occhi comunicano
La Nazione / Prato, 29-11-2017, Marilena Chiti
La Nazione (ed. Prato) del 26/11/17 pag. 62 CULTURA
I nuovi racconti di Laura Del Lama. Quando gli occhi comunicano
Il nuovo libro della scrittrice e un commento di Gabriele Lastrucci sulla sua opera   Pubblicato il 29 novembre 2017    La copertina del libro di Laura Del Lama
Prato, 29 novembre 2017 - C’è tanto dolore, uno di quelli caparbi che si conficca nella pelle e nelle ossa. A cosa servono gli occhi (Norpios editore), la raccolta di racconti di Laura Del Lama, fiorentina, che da sette anni vive "con soddisfazione" a Prato è intrisa di dolore. Quello della quotidianità e dei rapporti fra le persone. "La vita è sofferenza – osserva – Sono una grande ascoltatrice e racconto vite vissute". Del Lama scrive da tanti anni e ha pubblicato. Su riviste e antologie. In libreria dallo scorso set
tembre, dopo il romanzo d’esordio Non so dove ho sbagliato pubblicato nel 2009 (Cult editore), c’è "A cosa servono gli occhi".

SUL LAVORO di Laura del Lama ha scritto un commento lo scrittore e poeta pratese Gabriele Lastrucci che volentieri ospitiamo. CLICCA QUI per aprire l’articolo Cinque racconti già ospitati da riviste e antologie e uno inedito, così si è formata questa summa di racconti che narra di parole, gesti e fatti del nostro tempo. Storie della porta accanto che lo stile asciutto di Del Lama ci fa conoscere, per farci pensare. "Lavoro come segretaria-interprete all’Ente nazionale sordi e da loro – spiega – ho imparato quanto gli occhi siano importanti per comunicare. Gli occhi sono un viatico per rompere con l’incomunicabilità. Se mentre parli con una persona abbassi o distogli lo sguardo, lasci spazio
alla distrazione e al disinteresse". Centoventi pagine di sospiri, rancori e solitudine, ma anche di attese e speranze. Ecco allora l’amore e il calore perduti del marito Saverio: "Appoggio il petto sulla sua schiena e faccio aderire le mie gambe alle sue. Sento l’odore della pelle di mio marito che non ricordavo più. Starò così solo qualche minuto, perché non voglio che si svegli e mi trovi stretta a lui". O la ruvida lettera di una madre alla figlia, che non si affida agli occhi, ma alla parola scritta per recuperare una via di comunicazione: "Le tue parole stese su un foglio di carta hanno avuto una potenza tale da annullare tanti anni di discussioni viso a viso. Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe bastata una lettera per capirsi meglio? Com’è che non ci abbiamo pensato prima, invece che perdere tutto quel tempo in stupide litigate?". Marilena Chiti