Le porte del cielo
MedioEvo, 01-10-2017, Stefano Mammini
Come si legge nella Premessa, Simone Bartolini ha condotto lo studio di cui ora dà conto con l’intento di ritrovare, nelle chiese romaniche, il «simbolismo più profondo che i primi cristiani attribuivano alla luce». Prendono dunque le mosse da questo desiderio la ricerca effettuata sulle chiese romaniche della Toscana, poco meno di 400, e le osservazioni su un nucleo di 44 edifici, scelti come campioni maggiormente rappresentativi del fenomeno analizzato. L’autore illustra e documenta lo stretto rapporto con
la sfera celeste e con il sole in particolare che sempre presiedette alla fondazione dei luoghi di culto. Criteri che riproponevano, in chiave cristiana, quanto già sperimentato e praticato da culture ben piú antiche, come per esempio nel caso delle ziqqurat mesopotamiche o, piú tardi, in ambito etrusco. L’architettura religiosa romanica organizza dunque i suoi volumi affinché, attraverso la luce, venga esaltato e ribadito il legame con il divino, tradotto dai fasci splendenti che fendono lo spazio della chiesa
attraverso le monofore. Architetti, ma soprattutto monaci, operano quasi come altrettanti «direttori della fotografia», illuminando con sapienza i grandi momenti dell’anno liturgico, prima fra tutti la Pasqua. Bartolini propone una trattazione ampia e ben strutturata, che, dopo l’analisi del fenomeno e il suo inquadramento nella cultura del tempo, offre il repertorio delle chiese selezionate, con le indicazioni dei momenti dell’anno nei quali si possono verificare le condizioni descritte e documentate nel volume.