La simbologia delle piante
Toscana Oggi, 29-01-2017, ––
Il glicine, che si arrampica e si avvolge a qualunque sostegno gli sia vicino, è sempre stato simbolo di amicizia. Ma anche di forza segreta, perché i suoi tralci possono arrivare a soffocare grosse piante e piegare le inferriate. Il cipresso, col cui legno per secoli si sono costruite le bare, può indicare l’oltretomba e il lutto. Il biancospino ci ricorda invece la speranza, poiché fiorisce quando fa ancora freddo. Ma a seconda dei tempi e delle latitudini, delle epoche e delle diverse culture, una pianta può assumere significati anche molto diversi. Per questo i coniugi Carlo Lapucci e Anna Maria Antoni hanno compilato negli anni un dizionario illustrato di oltre 400 pagine intitolato La simbologia delle piante, edito da Sarnus (pagine 422, euro 25), che ci racconta i segreti di 365 specie vegetali più o meno note, dalla A di abete fino alle Z di zucca.
L’uomo antico pensava che le piante fossero abitate da un’anima, con la sua p
ersonalità e il suo carattere, come lo erano i boschi, le fonti, i fiumi, le montagne e gli abissi. Anche la parte centrale di un fusto, come quella interna d’un nocciolo legnoso, si chiama comunemente “anima”. Anello tra la vita minerale e quella animale, tra la materia e lo spirito, tra la terra e il cielo, il regno vegetale sembra racchiudere in sé il mistero della vita, e per questo ad alberi, piante, fiori e frutti sono stati attribuiti nei secoli diversi significati. Carlo Lapucci, esperto di linguistica e tradizioni popolari, prezioso collaboratore di Toscana Oggi (in questo periodo il settimanale ospita fra l’altro una sua rubrica dedicata alle piante e intitolata “flora segreta”) ha condotto lunghi studi assieme alla moglie botanica Anna Maria Antoni, scomparsa prima della pubblicazione del libro, per ricondurre a ogni singola specie gli aspetti culturali ad essa associati. Si parte dalla descrizione più scientifica, compresi colori
, profumi e periodi di crescita o maturazione, per arrivare agli usi tradizionali e moderni, ai significati più o meno manifesti, alle storie e alle leggende su cui si fonda la costruzione culturale di tipo simbolico metaforico, interpretativo. La materia è ovviamente vastissima, e in ogni voce di vegetale ne compaiono molti altri, collegati a questo per similitudine o parentela, analogie o collegamenti che si sono determinati nei secoli. E un’attenzione particolare è dedicata ai diversi nomi popolari o volgari (come dente di leone per il soffione o erba dei ladri  per lo stramonio) perché questi, frutto di una lunghissima pratica, individuano fondamentali, aspetti e metafore che possono sfuggire anche all’occhio dello scienziato. Senza tralasciare curiosità aneddoti più o meno celebri e tutti quei riferimenti alla letteratura e al folklore che rendono il volume una lettura colta e allo stesso tempo piacevole e alla portata di tutti.