Teologia, numeri e segreti svelati. «Indagine» su piazza dei Miracoli
La Nazione, 05-02-2017, Guglielmo Vezzosi
Ecco un bel libro che affianca al profondo rigore scientifico dello studio, una appassionante ricerca per dare soluzione ai grandi enigmi che sottendono la costruzione dei monumenti della piazza dei Miracoli, uno dei più importanti complessi dell’Occidente medievale cristiano. A ricostruire i movimenti della squadra e del compasso dei maestri che lavorarono alla «fabbrica» pisana – anche con l’intento di cercare quello che non si vede più, ma che venne progettato all’inizio – è l’affascinante volume «Pisa, lo spazio e il sacro» pubblicato in una elegante veste editoriale da Edizioni Polistampa e firmato da Franca Manenti Valli, architetto che affianca all’attività professionale la ricerca scientifica con un singolare approccio matematico all’architettura storica.
In sostanza, il complesso che oggi ammiriamo – questa la tesi – non risponde all’unitario e ini
ziale progetto elaborato da un’unica mente alla luce di una grammatica costruttiva che mutuava dalla classicità le regole del comporre e che traeva dalle Sacre Scritture e dal pensiero mistico giudaico i significati da imporre. Lo studio – con la prefazione di Gianfranco Ravasi – è alla ricerca del primo progetto, dell’idea creativa, del background culturale in cui il complesso è sorto. E sopratutto della straordinaria sintesi di discipline diverse che convergono in un unicum irripetibile. Il libro è rivolto a quanti abbiano interesse a percorrere con uno sguardo nuovo le opere della piazza dei Miracoli; a scoprire le leggi armoniche che presiedono la composizione; a interpretare le modalità segrete dei maestri costruttori; a leggere nelle strutture l’omologia tra ordine numerico e ordine metrico; a riconoscere nelle pietre pisane il percorso escatologico della Salvezza. Il volume sarà utile ai cultori di st
oria pisana, ai semplici appassionati e agli addetti ai lavori, come «i giovani architetti – cui è dedicata l’opera – e a quanti condividono oggi l’impegno di recupero di architetture storiche affinché, sollecitati dalla lezione pisana, seguendo le vie matematiche della conoscenza».
Suggestive, in questo senso, le pagine dedicate al Battistero, del quale si propone un’idea di progetto iniziale molto diverso dal monumento che oggi vediamo. L’ipotesi restitutiva originaria suggerisce infatti una copertura a cupola emisferica, con centro rialzato. Lo studio dimostra – sulla base di perfette corrispondenze numerico-matematiche – come questa impostazione avrebbe anche beneficiato di aperture mirate a un’ottimale focalizzazione della luce, ben distribuita sui matronei e concentrata sulla vasca battesimale. Le attuali aperture solo perimetrali non illuminano infatti il centro focale del monumento.