Una vita in via della Chiesa: Firenze di ieri e di oggi
Toscana Oggi, 13-11-2016, Emanuele Piccini
S’intitola «Via della Chiesa» il nuovo romanzo del diacono Franco Brogi edito da Polistampa. Sin dalle prime pagine dell’opera si percepisce come l’autore consideri un privilegio l’essere nato e vissuto a Firenze. Infatti, le vicende del romanzo prendono le mosse proprio dall’Oltrarno. Costretto ad una degenza in una camera d’ospedale, un maestro elementare in pensione ha modo di ripercorrere gli episodi che hanno caratterizzato la sua vita. Una vita - quella di Andrea Sereni, il nome del protagonista- che si associa a via della Chiesa, dove ha trascorso gli anni della sua infanzia e giovinezza. Una strada che metaforicamente, oltre a «delimitare» il confine tra il quartiere di Santo Spirito e quello di San Frediano descritto da Vasco Pratolini, contrappone quei binomi quali ricchezza-povertà, egoismo-carità, vita-morte, fede-ateismo, fonte ancor oggi d’interrogativi per l’umanità. Il diacono Brogi, attraverso il maestro Sereni, ricostruisce approfonditamente gli aspetti storico-sociali caratterizzati prima dalle difficoltà del dopoguerra e successivamente dai miglioramenti
delle condizioni economico-sociali avvenuti nel nostro Paese, a partire dal boom economico degli anni Sessanta. Si assiste così nel corso degli anni ad una rievocazione dell’Oltrarno fiorentino con sue le famiglie ancora patriarcali e gli amici residenti in abitazioni semplici ma accoglienti, con le sue botteghe e i personaggi caratteristici del vissuto quotidiano che hanno contribuito a fare la storia. Aspetto determinante per il protagonista è la formazione religiosa appresa nel periodo postbellico nella parrocchia di San Felice in Piazza, allora contrapposta al circolo dei comunisti in cui la Democrazia Cristiana - baluardo contro la minaccia sovietica- era un grande partito interclassista che governava democraticamente, attuando azioni sociopolitiche di contrasto alla povertà in accordo con altre forze politiche. Tuttavia, non mancavano margini di dialogo favoriti dal «soffio dello Spirito del Concilio Vaticano II», dal papato di Giovanni XXIII, dal pensiero di Giorgio La Pira, don Lorenzo Milani, Padre Ernesto Balducci, che avrebbero anticipato il crollo del muro di Berlino. In questo contesto, si sviluppano per il maestro anch
e le strade del cuore, incontri speciali come quelli con una giovane prostituta ed un ragazzo albanese, incroci con storie di persone da abbracciare e riconoscere come sorelle e fratelli da accompagnare nel comune viaggio della vita. Strade del cuore - quelle messe in luce da Brogi - che pongono ogni donna ed uomo di fronte al senso della propria vita nella sequela di Cristo in una società che poi non è poi così diversa da quella del passato. L’atteggiamento del maestro Sereni diviene quindi un esempio, un modello pedagogico dalla forte connotazione teologica. Effettivamente, egli, alla luce degli inaspettati accadimenti che gli si presentano durante la sua degenza ospedaliera, scopre un atteggiamento umano, diverso da quel fuorviante senso del dovere incentrato su quante ore di straordinario o su quanti argomenti impartiti agli alunni. Un atteggiamento umano - quello di Sereni- che si contrappone ai modelli d’insegnamento che fanno della scuola un idolo e non valutabile da nessun sistema di valutazione scolastica, come del resto nessuno potrà mai misurare scientificamente il grande amore per il prossimo di Santa Teresa di Calcutta.