Nelle viscere della storia di Firenze
Leggere:tutti, 01-10-2016, Niccolò Lucarelli
Di Firenze, pare superfluo aggiungere parole, alle tante già scritte nel corso dei secoli da artisti e letterati. Eppure, qualcosa di nuovo si può ancora dire, se si attinge con attenzione al serbatoio della memoria. Giuliano Cenci, personaggio legato al mondo dell’animazione, lo fa con Firenze segreta. Curiosità, fatti divertenti, notizie interessanti, aneddoti e verità nascoste sui più grandi artisti e monumenti di Firenze antica, un interessante volume a metà fra la narrazione storica e lo studio antropologico, che prende le mosse da accadimenti e personaggi a tutti o quasi ben noti, sviscerandone però quei retroscena quasi sconosciuti, che hanno a che fare con la storia di popolo. Un approccio che non esclude un’attenta documentazione storica, avendo l’autore consultato le Cronache del Latini e del Villani, gli scritti di Piero Bargellini, Spadolini e Davidsohn, oltre ad attingere alle tradizioni
popolari cittadine. Da un simile lavoro di ricerca, si offre al lettore un ritratto inconsueto di Firenze, lontano da quell’atteggiamento sussiegoso che la Dominante sembra ancora assumere sul resto dei toscani. Emerge così lo spirito fiorentino più autentico, ora violento per le lotte di fazione, ora carnascialesco di “magnifica” memoria, raccontato con uno stile asciutto, com’è proprio del parlar toscano, del carattere di questo popolo pragmatico, abituato a misurare i nobili sulla stregua del buon panno, e a far economia di parole e atteggiamenti.
In apertura, un’interessante prefazione, che sintetizza otto secoli di storia cittadina, soffermandosi sullo spirito imprenditoriale dei fiorentini, che permise loro di fare di Firenze la “banca del mondo”. A fianco di queste capacità finanziarie, sta quell’aver sempre la “battuta pronta” come modo di affrontare la vita, quel se
ntirsi parte attiva di un lungo processo civile, dove il pubblico s’intreccia con il privato. Con un linguaggio puntuale ma non esegetico, Cenci affronta la nascita e le origini della città, che fu prima etrusca e poi romana, descrivendocene l’aspetto, certo diametralmente opposto al panorama odierno. E di seguito, lo scoppio del carro e la famiglia dei Bischeri, i Guelfi, i Ghibellini e Sant’Ambrogio, a raccontare come la storia con la S, s’intreccia e si confonde con quella minore, essendo la Toscana una terra dove il popolo è da sempre stato a proprio agio con il concetto di libertà, di schiettezza, di equilibrio con il potere. A impreziosire il libro, un ricco apparato iconografico, in raffinato bianco e nero, con fotografie di monumenti e scorci cittadini, di affreschi e opere d’arte, nonché una serie di disegni che ritraggono artisti e letterati. Degna corona di questo bel viaggio nella Firenze che fu.