Per una definizione spaziale del territorio chiantigiano
Corrispondenza, 06-07-2016, Silvano Sassolini
“Se è vero che l’Italia è il più bel paese del mondo, se è vero che la Toscana è il giardino d’Italia, è innegabile altresì che il cuore di questa nostra gentile Toscana è il Chianti. Situato nel bel centro di essa, ne è, quasi direi, il torlo e il pernio…”. Così scriveva Antonio Casabianca nell’introduzione della sua Guida storica del Chianti (Firenze 1937), e molti saranno d’accordo, soprattutto quelli che sono nati da quelle parti, ma la questione è quella di conoscere esattamente “quelle parti” dal momento che ancora lo stesso Casabianca ammetteva, riprendendo il sagace Repetti, che “incerti furono e tuttora conservansi i confini del Chianti”.
Il saggio che qui presentiamo – che spazia dai caratteri ambientali (morfologia, idrografia, boscosità, clima…) ai fenomeni di antropizzazione e alle principali vicende storiche – &egrav
e; una buona occasione per ripensare a una definizione geografica della sub-regione chiantigiana che, a quanto confini naturali, è soltanto delimitata a nord-est dai Monti del Chianti che la separano dal Valdarno e per il resto è invece risultato di numerose combinazioni militari, politiche, sociali e infine, in modo decisivo, enologiche.
Tre sono, secondo gli autori, gli snodi fondamentali per una definizione spaziale della zona. Si parte dalla Lega del Chianti istituita dalla Repubblica di Firenze ai primi del Trecento e comprendente i comuni di Radda, Gaiole e Castellini (“Chianti storico”). Un secondo momento è rappresentato dal bando granducale del 1716 che, indicando la zona di produzione del “vino chianti”, vi include anche la parte meridionale del territorio comunale di Greve. Terzo – e per ora definitivo intervento legislativo – fu il decreto del 1932 con il quale si precisavano le sette zone della Toscana dove si poteva produrre il
vino “Chianti”: Classico (corrispondente al territorio del Chianti storico-geografico), Montalbano, Rufina, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colli Aretini, Colline Pisane. E così sia…
Perciò oggi per Chianti si dovrebbe intendere il territorio dove si produce il “Chianti Classico” (v. la carta di pag.6), e cioè, come si legge alle pp.15-16, oltre ai comuni di Gaiole, Radda, Castelline, Greve, anche parti dei comuni di San Casciano Val di Pesa (86 su 108 kmq), Tavernelle Val di Pesa (26 su 57 kmq), Barberino Val d’Elsa (23 su 66 kmq), Castelnuovo Berardenga (101 su 177 kmq) e infine Poggibonsi con la sua piccola area di Cinciano (4 su 71 kmq). In totale il Chianti Classico comprende 718 kmq dei quali 414 nella provincia di Siena e 304 in quella di Firenze.
Molto interessanti le tavole a colori con la raffigurazione del Chianti del sec. XVI fino alla carta stradale elaborata ai tempi nostri a cura del Consorzio Vino Chianti Classico.