Rispettate in classe mio figlio down
La Nazione, 13-03-2016, Geraldina Fiechter
Uno dei più grandi doni che la vita ti può dare è quello di passare del tempo con un ragazzo o una ragazza con la sindrome di Down. Chiunque l’abbia fatto sa di cosa parlo. La loro affettività dilatata, la spontaneità senza filtri, la dolcezza, ti portano in una terra sconosciuta in cui, alla fine, è difficile capire chi dà di più all’altro. Loro diventano lo specchio delle nostre paure, dei nostri pregiudizi, noi torniamo all’essenza dell’essere umano, fatto di intuito, amore, empatia, strumenti di base – in fondo – per
muoversi nella vita. Da genitore direi che sarebbe solo una fortuna, per un figlio di oggi, un figlio cosiddetto normale, avere un amico o un compagno così. Lo aiuterebbe a tirare fuori il meglio di sé. È per questo che trovo degno di nota il fatto che l’associazione Trisomia 21 abbia chiesto allo scrittore fiorentino Emiliano Gucci di realizzare un libro non sulla sindrome di Down ma sulle emozioni e le contraddizioni e i conflitti e le paure dei ragazzi che si sono trovati a vivere accanto a loro: i fratelli. Ho aspettato a pubblicare (sintetizzata) la sua bella lettera per parlare
di questo. Il romanzo (“Fratello come sei”, verrà presentato giovedì alle 18 nella biblioteca delle Oblate) è stato scritto con loro, con un gruppo di ragazzi che ha avuto in sorte un fratello o una sorella con la sindrome di Down. Ed è bello specchiarsi, leggendo, in tutte quelle voci, è bello e allo stesso tempo spietato. Lei sicuramente conoscerà Trisomia 21, o i ragazzi di Sipario, due esperienze associative create da famiglie come la sua. Li frequenti, stia con loro, ci porti i compagni di classe di suo figlio. Hanno molto da insegnare a tutti noi.