Da riscoprire
Studi Cattolici, 01-10-2015, Maurizio Schoepflin
Amintore Fanfani è stato un protagonista di primissimo piano della vita politica italiana della seconda metà del XX secolo. A lungo ai vertici del partito della DC, più volte Presidente del Consiglio e ministro, Fanfani ha occupato per anni una posizione centrale sulla scena politico- istituzionale italiana, lasciando una traccia assai rilevante nelle vicende del nostro Paese che, ormai, nessun libro di storia può ignorare e, di fatto, ignora. Per tale motivo si deve salutare con piacere la pubblicazione di uno scritto fanfaniano inedito, risalente al 1992, nel quale l’uomo politico aretino, torna a proporre alcune importanti riflessioni dal timbro squisitamente storico, attraverso le quali intende indicare alcune chiavi di lettura per comprendere la situazione del mondo contemporaneo e, possibilmente, operare affinché essa si indirizzi verso un autentico progresso economico e civile. Questo
testo inedito – afferma nell’Introduzione la curatrice Monika Poettinger – «rappresenta la summa del pensiero storico di Fanfani, ma anche il suo testamento politico e per questo, nonostante l’incompiutezza, merita di essere oggi pubblicato ». Nel suo scritto l’autore presenta un’originale descrizione dell’evoluzione economica dell’umanità, prendendo le mosse dalla cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre per giungere fino ai nostri giorni. Fanfani guarda alle vicende vissute dagli uomini con occhio disincantato: l’inarrestabile progresso che avrebbe dovuto assicurare benessere e felicità a tutti non ha mantenuto le promesse e le condizioni dell’economia mondiale non permettono di essere particolarmente ottimisti. Né il liberismo né il marxismo hanno garantito la giustizia e la pace: dinanzi a questo panorama poco confortante
, Fanfani si fa paladino di un nuovo umanesimo che renda capace l’uomo di riappropriarsi della responsabilità di guidare lo sviluppo economico verso traguardi autenticamente positivi. A giudizio dell’autore, tali traguardi saranno raggiungibili soltanto percorrendo la strada della partecipazione: i cittadini dovranno essere protagonisti consapevoli delle scelte che orienteranno il mondo del futuro. A giudizio di Monika Poettinger, quello di Fanfani è un vero e proprio grido di ribellione contro l’impotenza e il nichilismo che caratterizzano molta parte della cultura novecentesca. Tuttavia, il politico aretino non si ferma alla denuncia e lancia un appello affinché gli uomini abbiano il coraggio di operare una svolta decisa e decisiva, orientando lo sviluppo economico nella direzione di un autentico miglioramento delle condizioni socioeconomiche dei popoli, che molti attendono con impazienza.