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Presentazione del libro di

SONIA SANTELLA
Giardini di Svezia
Passione e cultura del verde dall’Ottocento ai giorni nostri
EDIZIONI POLISTAMPA, FIRENZE

Interverranno
MARCO F
RAZZICA, Console Onorario di Svezia
JOHAN CAVALLINI, Direttore di VisitSwede Italia
KJELL NORLIN

Coordina
A
LDO SCAIANO

Sarà presente l’Autrice

Mercoledì 6 maggio 2009, ore 18.30
Libreria White Star
Piazza Belgioso, Milano

Questo libro, come sottolinea Carla Benocci nella presentazione, colma una lacuna: ci fa conoscere i giardini di Svezia, ci fa scoprire quanto essi – grandi e piccoli – contino nella vita di un popolo che per cultura e tradizione è intimamente legato alla natura, stupenda seppure non sempre amica. E che, essendo per buona parte dell’anno costretto a fare a meno del sole, dei fiori, dei colori, li ama tanto da approfittare di ogni occasione per goderne.
Sonia Santella ci conduce, sul filo della storia, a scoprire il formarsi di una cultura svedese del verde, facendoci visitare sia i grandi giardini – Rosendal, Waldemarsudde, Bergianska Trädgården, il parco Marabou a Stoccolma, Sofiero presso Helsingborg – creati per il piacere di principi e sovrani prima di diventare patrimonio pubblico, che i complessi nati a fini di ricerca, ma anche per la gioia della gente, come l’orto botanico di Göteborg, fra i più importanti d’Europa. Traccia nell’avvicendarsi delle scuole, con particolare riguardo al funzionalismo e al modernismo, i profili di grandi architetti svedesi del paesaggio che hanno saputo dare un’impronta peculiare all’arte dei giardini, quali Sven Hermelin, Sven-Ingvar Andersson, Gunnar Martinsson, Holger Blom, Erik Glemme, senza dimenticare prestigiose figure femminili che hanno dato un contributo fondamentale anche sotto il profilo della divulgazione, come Ellen Key, Ester Claesson, Anna Lindhagen e Ulla Molin. Ci fa comprendere quanto il verde abbia contato e conti in Svezia nella progettazione urbanistica e architettonica, sino a prospettare idee e soluzioni paradigmatiche. Ma soprattutto ci fa sentire come un intero popolo – non a caso, i compatrioti di Linneo – si riconosca nell’amore per la natura, trasformando un bisogno in un piacere, una curiosità in un sapere, un passatempo in una cultura, sino ad esserci d’esempio nel rispetto e nella tutela dell’ambiente.

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